Dalla Scuola al Museo degli Insetti..
Proprio così!! La Scuola, quella con la S maiuscola, quella dove ho trascorso la mia fanciullezza tra i banchi un pò sgangherati, di legno duro, verniciati alla buona di un colore azzurrognolo sbiadito.. la Scuola, ripeto, non esiste più come tale. Certo, l'edificio, possente e tutto risplendente, rimane lì, rimesso a nuovo dalla Direzione del Parco Nazionale d'Abruzzo, con sede a Pescaseroli, che l'ha trasformata in uno splendido Museo!
Già, la vecchia Scuola... I miei ricordi rimontano ai lontani anni della Seconda Guerra.. Avrò avuto quattro, cinque anni quando, tra il 1944 e 1945 un plotone di tedeschi la occuparono, insediandovi il loro Quartier Generale per il controllo della strada che da Cassino, attraverso Alfedena e Pescasseroli, portava a Sulmona, Aquila, Pescara... Una trentina di soldati comandati da un sergente. Arrivarono all'improvviso su vari camions, in un pomeriggio di novembre, buio e piovoso. Sotto l'acqua scrosciante cominciarono a scaricare nel cortile una cinquantina di cassette di legno. Poi, con un calcio, aprirono la porta principale e, senza ovviamente chiedere permesso a nessuno, vi si istallarono come a casa loro. Arrivaronoanche i cavalli. Molti di essi! Grandi come montagne! Ungheresi da tiro..e le nostre stalle diventarono loro stalle. Non erano cattivi, quei tedeschi. Addirittura ci davano gli avanzi di marmellata, lasciandoci raschiare i fondi dei contenitori di metallo e ci mandavano ad abbeverare i cavalli, sulle cui groppe ci ponevano, con le gambe completamente aperte che non riuscivano a ciondolare sui fianchi.. E, per ringraziamento del servizio prestato, ci regalavano due o tre sigarette subito sgraffignate dai ragazzi più grandi che le fumavano di nascosto.... Loro, no, non erano cattivi; ci trattavano bene. Ma poi passavano altri plotoni, si fermavano un giorno o due, razziavano tutto e ripartivano tra alzate di spalle dei soldati che restavano. Poi partirono anche loro, incalzati dagli Alleati che avevano ormai superato il Fronte di Cassino. Partirono lascandoci un ingrato ricordo... A mezzanotte, un boato assordante fece tremare l'intero Paesello, scaraventando porte e finestre o incastrandole al punto da non poterle aprire... 25 cassette di dinamite accatastate dentro la grotte che ci serviva da rifiugio antiaereo, ql centro del Paese scaraventarono centinaia di tonnellate di roccia verso la valle dove, per fortuna, non esistevano case abitate. Solo alcune stalle che crollarono sotto il bombardamento di macigni. La strada venne, così interamente bloccata da una montagna di macigni.. No, quei tedeschi non erano cattivi: avevano solo ricevuto ordini di bloccare la strada!!! Prima della loro partenza e della successiva devastazione, alcuni di loro si premurarono di avvisare qualche abitante del Paese del pericolo incombente, facendo sì che quasi tutti gli abitanti fuggissero dalle loro case per rifugiarsi nella zona della chiesetta del Calvario, da dove lo 'spettacolo' dell'esplosione dev'essere apparso realmente impressionante!!! A casa mia mio nonno non giunse in tempo per dare l'allarme: la fine del mondo lo colse mentre cercava di bussare alla porta e mentre noi, quattro bambini con mia madre urlante, venivamo scaraventati a terra, nel buio della nostra stanzetta...Il giorno dopo, trascorsa la nottata tra vomiti e diarree, uscimmo a vedere dall'alto la Scuola.
Era lì, intatta, mentre, a soli cinquanta metri da essa, una parete di roccia di 30 metri d'altezza era stata scaraventata verso il basso e sulla strada... Si salvò allora dalla distruzione fisica quella che, poi, fu la mia Scuola per cinque anni, dal 1946 al 1950. Eravamo molti: 100, 150? Addirittura i turni pomeridiani per alcuni che dovevano recuperare, causa la chiusura nel periodo bellico... Non si è salvata in questi ultimi anni, vittima anch'essa dell'emigrazione e della denatalità: i quattro o cinque alunni vengono, da alcuni anni, trasportati a Bisegna, dove, assieme agli altri nove o dieci del luogo, ricevono l'insegnamento da due maestri. L'edificio si stava degradando poco a poco... Ed ecco il Parco! Ristrutturazione totale, abbelimento, decorazione, giardinaggio e.. voilà!!
IL MUSEO!
Un corridoio, tre aule adibite ad area espositiva, dove centinaia e centinaia di variopinti insetti, coloratissime farfalle di ogni provenienza e grandezza mostrano un mondo in gran parte sconosciuto ai profani, che rimangono estasiati dalla bellezza, abbagliati dai colori e stupìti dalle varietà impensate di animaletti, piccoli, intermedi e grandi, che popolano il nostro mondo. Sì, uno spettacolo forse unico in Italia e in Europa: Valeva la pena visitare il nuovo Museo di San Sebastiano dei Marsi. A distanza di un anno dalla sua inaugurazione (Sett. 1997), le collezioni private son tornate ai legittimi proprietari.. Ma il Museo resterà aperto ad altre esperienze... Grazie all'Amministrazione del Parco Nazionale d'Abruzzo, del quale il territorio di San Sebastiano e Bisegna fanno parte.